Lo sci alpinismo, come spesso diciamo in questo sito, è una disciplina recente e ancora piuttosto di nicchia e quindi l'allenamento per la pratica di questo sport è stato per molti anni approssimativo e sicuramente meno dettagliato rispetto ad altri sport. Nella corsa e nel fondo infatti, sport con una certa storia ed un buon numero di praticanti, esistono tabelle e teorie molto approfondite e dettagliate sull'allenamento aerobico, sul potenziamento e su tutti gli aspetti che collaborano al risultato finale ovvero alla prestazione.
Nello sci alpinismo invece le teorie ed i manuali sull'allenamento sono materiale piuttosto recente. I primi autori di un certo livello che hanno pubblicato qualcosa di veramente interessante sull'allenamento in questo sport sono il grande atleta e guida alpina, Adriano Greco (con il libro Scialpinismo Classico ed Agonistico, Hoepli) e più recentemente il preparatore atletico bergamasco Eros Grazioli (Scialpinismo, teoria dell'allenamento).
Effettivamente in questo sport si sentiva proprio la necessità di qualcuno che gettasse almeno le fondamenta della teoria sull'allenamento. Fra i suoi praticanti infatti, quasi tutti sportivi di buon livello appassionati anche di altre discipline come corsa, sky running e mountain bike, c'è sempre stata un po' di nebbia sul come allenarsi nello specifico per questa disciplina così particolare.
L'allenamento tipico per anni è stato l'uscire il più possibile, compatibilmente con gli impegni e l'innevamento, e cercare dei riferimenti lungo i tracciati di allenamento sui quali confrontarsi giorno dopo giorno col cronometro. La stragrande maggioranza degli ski alper si è così allenata per anni dando il massimo ad ogni allenamento e facendo allenamenti di una durata determinata più dalla disponiblità di tempo che da una logica di base volta al miglioramento della prestazione.
Ovviamente andare sempre al massimo non è per niente allenante o meglio, permette di raggiungere un buon stato di forma in poco tempo ma la velocità di raggiungimento della forma è direttamente proporzionale alla velocità con la quale lo stato di forma svanisce. Tuttavia il pressapochismo e il carattere amatoriale che ha contraddistinto l'alba agonistica di questo sport ha relegato per anni gli allenamenti di centinaia di sci alpinisti al semplice "più salgo, più valgo", al dare tutto nel tempo a disposizione ed a ripetere con una metodologia quasi da autismo gli stessi percorsi alla ricerca di fantomatici record e personali.
Già dagli anni novanta tuttavia, grazie all'esperienza e alla finezza di atleti di vertice che hanno iniziato a introdurre e condividere nuove metodologie di allenamento, le cose sono lentamente cambiate.
Una delle prime cose da fare quindi se ci si vuole allenare bene per questo sport, è allenarsi in tutti i suoi aspetti e non considerare solo la salita come metro di allenamento. Molti sci alpinisti prestano infatti troppa attenzione al dislivello e all'allenamento della salita ma dimenticano che cambi pelle effettuati mali o discese affrontate a singhiozzo possono far perdere tutti i secondi guadagnati in salita se non di più.
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